Cosa esce dal processo dei biogas?
Il processo della digestione anaerobica si sviluppa attraverso l’azione di diversi gruppi di microrganismi capaci di trasformare la sostanza organica in composti intermedi quali acido acetico, anidride carbonica, idrogeno per poi essere utilizzati dai microrganismi metanigeni che concludono il processo producendo metano.
Il processo si sviluppa all’interno dei 2 digestori anaerobici, la biomassa introdotta permane per un periodo della durata media dai 100 ai 125 giorni per poi uscire come digestato. A valle del processo di digestione anaerobica si è in presenza di un prodotto chiamato appunto DIGESTATO (proprio perché già digerito) il quale viene sottoposto a separazione meccanica ottenendo così la frazione solida e la frazione liquida.
A) DIGESTATO SOLIDO
La frazione solida, rappresenta il 10/20 % del materiale in uscita con Sostanza Secca del 22– 30 % assimilabile ad un letame, con il pregio di non avere emissioni odorigene in quanto le componenti organiche volatili (acido capronico, acido butirrico, acido valerianico etc.) sono state decomposte durante il processo di digestione anaerobica quindi trasformate in biogas.
B) DIGESTATO LIQUIDO
La frazione liquida rappresenta il 80/90 % del materiale in uscita con Sostanza Secca di 2 – 8 % assimilabile ad un concime organico. Si precisa che la sostanza organica del digestato liquido viene completamente mineralizzata durante il processo di digestione anaerobica abbattendo così le emissioni odorigene.
– Questo digestato migliora i nostri terreni dal punto di vista fisico rendendoli più fertili, in quanto contengono sostanza organica non presente nei tradizionali concimi chimici.
Normative in Materia: Il digestato è sottoprodotto, lo dice il decreto sviluppo !
Con l’entrata in vigore della legge del 07 agosto 2012 n. 134, pubblicata sul Supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale n. 187 dell’11 agosto 2012, al comma 2-bis dell’art. 52 si afferma che “è considerato sottoprodotto, ai sensi dell’articolo 184-bis del decreto legislativo del 3 aprile 2006 n. 152 (Testo unico ambientale), il digestato ottenuto da impianti aziendali o interaziendali dalla digestione anaerobica, eventualmente associata anche ad altri trattamenti di tipo fisico-meccanico, di effluenti zootecnici di allevamento o residui di origine vegetale o residui delle trasformazioni o delle valorizzazioni delle produzioni vegetali effettuate dall’agroindustria, conferiti come sottoprodotti, anche se miscelati tra loro, e utilizzati a fini agronomici”.
Con decreto del Ministro delle politiche agricole e forestali, di concerto il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono definite le caratteristiche e le modalità di impiego del digestato equiparabile, per quanto attiene agli effetti fertilizzanti e all’efficienza di uso, ai concimi di origine chimica, nonché le modalità di classificazione delle operazioni di disidratazione, sedimentazione, chiarificazione, centrifugazione ed essiccatura.
Provate voi stessi il digestato solido di Medicina:
A scopo divulgativo abbiamo insacchettato circa 1 kg di digestato solido che presenta queste caratteristiche:
Il digestato solido, così come quello liquido, prodotto dai biogas viene quindi distribuita in qualità di fertilizzante sui terreni da cui sono state prelevate le biomasse agricole per la digestione anaerobica.
E’ possibile iscrivere il digestato solido all’elenco di fertilizzanti per poi venire commercializzato come i classici sacchetti di terriccio da giardinaggio ma con caratteristiche agronomiche notevolmente migliori.